L’aveva dimostrato Barack Obama, due anni e mezzo fa, quanto dirompenti potessero essere i social network, i siti di microblogging e di videosharing, quanto più dirompenti di televisione e radio, dei vecchi media, per non parlare della carta stampata.
Lo conferma, e come poteva essere altrimenti, Milano 2011, le prime elezioni dominate da Facebook e Twitter, da YouTube e Foursquare, la democrazia diretta della rete, la campagna peertopeer, i siti trasformati finalmente in laboratorio interattivo di idee, progetti, iniziative e, ma sì, pernacchie.
Vince chi ha saputo utilizzare Internet, lo staff che ne ha masticato meglio linguaggio e potenzialità, la parte meglio sintonizzata col mezzo e di conseguenza con la città. Le tv non bastano più, peggio ancora se si bara in diretta negli ultimi 20 secondi di faccia a faccia.